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I benefici del caffè contro le malattie degenerative

caffè e malattie degenerative

Da sempre il caffè è una delle bevande più consumate al mondo e oggi si conoscono le proprietà della caffeina per la salute dell’organismo. L’unico consiglio è quello di berlo in quantità moderate, senza esagerare.

Studi clinici dimostrano che il caffè fa bene al fegato, al sistema nervoso e aiuta contro le malattie degenerative come la demenza permettendo di mantenere un buon sviluppo cognitivo.

I vantaggi per il sistema nervoso

La caffeina è nota per l’effetto stimolante sul sistema nervoso e garantisce alla persona coordinazione, fluidità dei movimenti e concentrazione nelle attività quotidiane. Una tazza di espresso permette subito di sentirsi meno stanchi e più attivi. Come agisce la caffeina sull’organismo?

Una volta consumata la caffeina è assorbita dall’intestino e entra nel flusso sanguigno in 20 minuti e gli effetti si vedono dopo un’ora. Arrivata al fegato la caffeina viene scomposta e agisce poi sul cervello contrastando la sonnolenza e permettendo di stare vigili e svegli. Chi beve caffè è subito meno stanco dato che aumenta l’attività cerebrale dei neurotrasmettitori come dopamina e norepinefrina. Il risultato è uno stato di eccitazione, vigilanza e concentrazione dato che il caffè agisce come vera e propria droga psicoattiva.

I vantaggi per il fegato

Il caffè porta vantaggi anche al fegato, inibendo gli acidi biliari che portano alla formazione di tumori nell’area addominale. Nel dettaglio gli scienziati dell’Università di Southampton (Regno Unito) hanno analizzato di dati di 494.585 partecipanti alla UK Biobank, una banca dati sfruttata per studiare i fattori genetici o ambientali associati a determinate condizioni di salute.

Tra queste persone c’erano 384.818 bevitori di caffè e 109.767 persone che non ne consumavano. Tutti i partecipanti avevano tra i 40 e i 69 anni. I ricercatori li hanno seguiti per un periodo mediano di quasi 11 anni nel quale hanno monitorato la salute del loro fegato. In questo arco di tempo ci sono stati 3.600 casi di malattie croniche del fegato con 301 decessi, e 1.839 casi di fegato grasso, una condizione che può portare a un’eccessiva infiammazione dell’organo e a complicanze anche gravi.

Chi beve caffè ha un rischio inferiore del 20% di sviluppare malattie croniche al fegato o fegato grasso rispetto a chi non lo beve e calano del 49% le morti per malattie del fegato. L’effetto protettivo aumenta se si consumano fino a 4 tazzine al giorno, anche se non si sa quale sia la sostanza che porta ai benefici per il fegato.

Un supporto contro Parkinson e Alzheimer

I ricercatori del Rutgers Robert Wood Johnson Medical School Institute hanno infatti visto che la caffeina, combinata insieme ad un altro composto presente nei grani di caffè, può rallentare la degenerazione cerebrale nei malati di Parkinson e di demenza a corpi di Lewy (simile all’Alzheimer, ma con un esordio più precoce). Già precedenti ricerche avevano mostrato che bere caffè può ridurre il rischio di ammalarsi di Parkinson.

I bevitori di caffè, secondo studi clinici, riducono di cinque volte il rischio di contrarre malattie degenerative come Parkinson e Alzheimer grazie alla presenza di antiossidanti come potassio e magnesio, che permettono di mantenere in salute muscoli e ossa.

Da tempo si conosce l’azione protettiva della caffeina, mentre i grani di caffè contengono composti meno noti tra cui è importante l’azione dell’Eht, un acido grasso derivato da un neurotrasmettitore della serotonina, che si trova nel rivestimento dei grani. Questo composto, nei topi, ha dimostrato di saper proteggere il cervello dall’accumulo anomalo di proteine che si ha nel Parkinson e nella demenza a corpi di Lewy. Provati insieme, i due composti hanno mostrato di potenziarsi a vicenda, suggerendo quindi l’idea che possono rallentare o fermare l’avanzare delle due malattie.

In conclusione, i benefici del caffè sono tanti e diversi e aumentano se si scelgono miscele di qualità eccellente come quelle proposte da Portioli.