La pianta del caffè: origine e caratteristiche

Il caffè è sicuramente la bevanda più amata dagli italiani e deriva da una pianta africana di cui esistono varietà diverse e che viene coltivata dal XV secolo in molti Paesi della fascia tropicale. Si tratta di una pianta sempreverde la cui leggenda narra sia originaria dell’Etiopia, anche se non c’è certezza e appartenente al genere delle Rubiacee. L’habitat ideale per la coltivazione del caffè comprende la zona tra il Tropico del Cancro e del Capricorno, ovvero le aree tropicali di Asia, Africa e America. Qui si trovano terreni ricchi di humus e temperature tra i 17 e i 30° ideali per la crescita del caffè.

Per quanto riguarda le caratteristiche della pianta del caffè si tratta di una pianta dalle foglie di un verde scuro brillante e con la superficie carnosa. Pochi sanno che questa pianta può raggiungere anche i 12 metri di altezza anche se, per favorire la raccolta dei frutti, nelle piantagioni non supera i 3 metri. La potatura permette anche al frutto di ricevere la giusta ventilazione.

L’origine del caffè e i frutti della pianta

Il caffè è il frutto della pianta, che fiorisce più volte all’anno e dopo ogni pioggia con piccoli fiori bianchi. IL frutto della pianta del caffè è simile alla ciliegia e a seconda del grado di maturazione il suo colore varia dal verde al rosso. Il passaggio da fiore a frutto richiede molti mesi e non di rado sulla pianta si trovano tutte le fasi della maturazione del caffè, aspetto che le conferisce una particolare bellezza.

La coltivazione della pianta del caffè

Come detto, l’habitat ideale della pianta del caffè è rappresentato dalle regioni tropicali di Asia, Africa e America. Tuttavia, la pianta del caffè può essere coltivata anche alle nostre latitudini con scopo ornamentale.Solo nel suo habitat naturale, tuttavia, si arriverà alla produzione dei frutti e semi da cui si estrae il caffè. Vediamo ora nel dettaglio le diverse fasi della coltivazione della pianta del caffè nelle grandi piantagioni:

• semina di chicchi selezionati: la pianta di caffè è particolarmente delicata e per un anno viene tenuta in serre o vivai per poi essere trasferita in natura;
• concimazione e potatura: si tratta di fasi che garantiscono la crescita ottimale della pianta e permettono la circolazione dell’aria tra foglie e frutti per assicurare la crescita sana e rigogliosa;
• crescita e raccolta dei frutti: ad ogni pioggia la pianta fiorisce e cominciano a crescere i frutti che, una volta raggiunta la maturazione, saranno raccolti ed essiccati per ottenere i semi del caffè.

La raccolta dei frutti

La qualità del caffè dipende molto dal grado di omogeneità del raccolto e i chicchi acerbi modificano il gusto finale in modo da renderlo erbaceo mentre quelli troppo maturi danno un sapore rancido e molto sgradevole. Per questo la raccolta del caffè viene fatta a mano con il picking, che permette di selezionare ad una ad una le ciliegie mature per ottenere una migliore costanza di prodotto. In questo modo si può contare su un prodotto finale di qualità, anche se il costo è maggiore perché richiede una maggiore manodopera.

Un’altra tecnica di raccolta è lo stripping, con cui tutti i frutti vengono rimossi dalla pianta per essere selezionati in un momento successivo, a mano eliminando i chicchi troppo acerbi o maturi. Tuttavia, con l’innovazione tecnologica, oggi nelle grandi piantagioni si usano mezzi meccanici e la raccolta avviene con grandi macchinari, soprattutto in Brasile.

Arabica e Robusta: le due varietà più conosciute

Oggi conosciamo più varietà di caffè, anche se la totalità della produzione deriva dall’Arabica e dalla Robusta. Di queste, l’Arabica è considerata la varietà di caffè più delicata e soffre se cresce in condizioni climatiche non ideali. Per quanto riguarda la varietà Robusta, invece e si trova a quote più basse. Questa pianta presenta una maggiore adattabilità e resistenza ai parassiti, ma anche al tempo incostante.

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