Caffè e anziani: un vero elisir per mente e cuore

caffè e anziani

Tutti noi sappiamo come la tazzina di caffè ci aiuti a cominciare meglio la giornata, a spezzare il lavoro in ufficio e a concludere il pasto, ma non è tutto. Le più recenti ricerche in campo medico mostrano come il caffè sia un vero toccasana per gli anziani e porti a un maggiore benessere tra gli over 60.

I benefici della caffeina per la mente dell’anziano

La caffeina entra dopo 5 minuti dall’assunzione nei liquidi tissutali dell’anziano e dopo 30 minuti stimola l’attività celebrale. Per questo possiamo considerare la caffeina uno stimolante per il benessere mentale, fin dal primo caffè della mattina, capace di aumentare la velocità del pensiero e il tempo di attenzione dell’anziano. Non solo.

Uno studio della Stanford University in California dimostra gli effetti benefici del caffè sul cuore. L’analisi ha coinvolto un gruppo di persone over 60 per trovare una connessione tra infiammazione, pressione alta, rigidità delle pareti del cuore e dei vasi sanguigni e consumo di caffè. I consumatori abituali della bevanda avevano meno fattori di rischio anche se il consumo del caffè va evitato nelle 48 ore che precedono la misurazione della pressione per non avere risultati falsati o diagnosi errate.

I benefici della caffeina nello studio pubblicato su Scientific Report

La caffeina fa bene al cervello dell’anziano e non solo per la sua capacità di promuovere le connessioni neuronali, la memoria e la cognizione. Chi consuma abitualmente caffè assiste a un aumento della vigilanza e alla riduzione delle malattie neurodegenerative. In particolare, lo studio condotto da ricercatori di Svezia, Finlandia, Regno Unito e Giappone ha analizzato i cambiamenti di espressione genica provocati dalla caffeina sulle cellule neuronali umane.

La ricerca ha previsto la somministrazione di livelli normali di caffeina e i risultati si sono verificati già dopo un’ora sui geni immediati precoci, quelli che rispondono più rapidamente agli stimoli cellulari. Si tratta di geni legati ai processi di apprendimento e memoria e in cui la caffeina ha incrementato alcuni processi neuronali, riducendone altri.

Si parla a questo proposito di upregulation, che incrementa il segnale alla cellula, e di downregulation, che riduce il segnale. I ricercatori hanno così scoperto che la caffeina riduce i processi del sistema immunitario e potenzia quelli legati alla memoria e alla connettività neuronale. Maggiore è la dose di caffeina usata nell’esperimento, più si attivano i geni immediati precoci.

Caffè e anziani: i vantaggi per memoria e cognizione

Da sempre la caffeina è una delle sostanze psicoattive più diffuse al mondo, ma si sa poco sulla sua influenza effettiva sui neuroni e le funzioni cellulari nonostante gli studi, come afferma il professor Juha Kere dell’Istituto Karolinska, in Svezia, uno degli autori dello studio.

” Saperne di più su come la caffeina influenza il nostro organismo potrebbe aiutare a spiegare perché il caffè e la caffeina sembrano ridurre il rischio di alcune malattie e migliorare la memoria e la cognizione. Quello che abbiamo scoperto potrebbe aiutare a comprendere in parte perché è stato ipotizzato che il caffè possa migliorare la memoria e proteggere contro la perdita della stessa negli anziani”.

Quanto caffè consumare per ottenere i benefici

Gli over 60 che vogliono contare sui benefici per cuore, memoria e attenzione offerti dalla caffeina devono bere da una a tre tazzine di caffè al giorno. Solo se bevuto con moderazione il caffè diventa l’alleato per il benessere della persona oltre ad un piacere per il palato e ad una fonte di buon umore. In generale l’aroma e il gusto del caffè permettono di poter contare su un amico della salute dell’organismo.

Tuttavia, medici e specialisti consigliano di non esagerare con le tazzine, limitandosi a bere da 1 a 3 tazzine al giorno di questa bevanda. Chi ha problemi a dormire e soffre di insonnia dovrebbe, inoltre, bere caffè solo nella prima parte della giornata.

Anziani e caffeina: qualche controindicazione

Come per tutte le cose, anche il caffè e la sua azione dipendono dalla persona e si sono riscontrati casi in cui la caffeina abbia portato all’ipertensione nell’anziano. Bastava consumarlo dopo aver sospeso l’assunzione per due giorni per far aumentare la pressione sanguigna per diverse ore. Non è tutto.

Se l’anziano assume dei farmaci la caffeina potrebbe ridurne l’assorbimento, soprattutto quando si parla di farmaci antipertensivi. In questo caso la dose va raddoppiata nei consumatori di caffè per evitare effetti collaterali.

Circa il 15% delle persone che assumono caffè lo fa in modo occasionale: sono loro che devono stare particolarmente attenti agli effetti che la caffeina può avere perché, stando ai risultati di uno studio, è più facile che la pressione sanguigna aumenti. I consumatori abituali di caffè, invece, risentirebbero meno degli effetti di questa sostanza perché svilupperebbero una tolleranza.

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